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"La poesia, il virtuosismo, la cura del suono, una vocalità sobria eppure curata nel particolare, solida eppure di grande armonia. Da brivido."

Amadeus

 

"Recordings of this 'Liber primus' remain relatively rare ... Odhecaton's production eclipses them all."

Diapason

PAOLO ARETINO

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Gramophone.                                                                                                          November 2023

"The ensemble are strongest in such passages finding a sound that, similar to a Welsh male voice choir, comes from the heart. It’s striking to hear such passionate walls of sound in Renaissance music, and I like it very much".

GbOpera.

Ascoltare le Lamentationes et Responsoria per il Triduo Sacro di Paolo Antonio Bivi (Paolo Aretino), nell’interpretazione dell’ensemble Odhecaton diretto da Paolo Dal Col, costituisce un’esperienza in cui, anche per chi non possiede una fede vivida, può avvicinarsi all’ultimo giorno del Triduo Sacro della Settimana Santa, quello che precede la Resurrezione. Lavoro monografico (prima registrazione assoluta-Diapason d’oro del 2023) che aggiunge un importante tassello alla ricostruzione della musica del Cinquecento, capace di creare relazioni significative tanto che ancora oggi possono essere individuate tracce nel mondo della coralità. Aretino, maestro del concittadino Orazio Tigrini e di altri, si segnala per una Passione secondo Giovanni, omonima opera composta anche da Francesco Corteccia, probabilmente suo maestro a Firenze e sua fonte stilistica. Di quest’ultima versione, all’interno della ricerca musicologica, corre l’obbligo ricordare la scoperta e lo studio di Mario Fabbri che vedrà la luce grazie all’interpretazione della Schola Cantorum “Francesco Coradini” di Arezzo con la direzione di Fosco Corti e Arnoldo Foà voce recitante (Archiv, 1975). Il dato significativo che emerge dalla narrazione è che tutti i nomi citati finora corrispondono a musicisti nati o vissuti in Toscana o che hanno avuto o continuano ad avere una relazione importante con la città di Arezzo. Pertanto, accogliamo con entusiasmo l’intenzione della Fondazione Guido d’Arezzo (che ha prodotto il CD) di voler ‘ricostruire’, attraverso il suono e la ricerca, figure di compositori aretini e toscani che ancora oggi attendono la loro giusta collocazione storico-artistica. Per quanto concerne questo lavoro discografico segnalo sia i Testi che le note accluse al libretto curate da Rodobaldo Tibaldi: un importante supporto in quanto, oltre a fare da guida agli eventi narrati all’interno della tradizione liturgica, favoriscono una percezione più coscienziosa.  Percorrendo questo viaggio sonoro ogni brano, a condizione che non si viva sic et sempliciter come esperienza emotiva, costituisce un ascolto che invita alla meditazione e alla riflessione. A far percepire ciò sono le belle voci maschili dell’ensemble le quali, anche grazie alla scrittura omoritmica e all’andamento lento dei brani, riescono ad esplicitare quel tempo necessario e sospensivo che avvolge l’ascoltatore nell’emozione del sacro. Dulcis in fundo il direttore dell’ensemble Paolo Dal Col (primus inter pares) restituisce il senso di queste partiture che si nutrono di mistero teologico. Egli esprime dottrina, raffinata sensibilità ed esperienza nei repertori antichi, riuscendo a far intuire l’ispirazione del compositore e a trasformare la ‘profondità’ delle voci in autentici risvegli dell’anima che paiono provenire dalla stessa profondità della coscienza.

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